mercoledì 14 marzo 2012

La deposizione

Veronica era abilissima a travisare la realtà e a riraccontarla mettendo l'accento su ciò che più le conveniva. Era da quando era bambina che lo faceva e lo faceva così bene che a un certo punto della sua esistenza si era persino persuasa che sarebbe bastato raccontarsi determinate favole con abbastanza convinzione per vederle diventare vere; così, con una volontà che non avrebbe avuto nulla da invidiare a quella dei superuomini nietzeschiani, aveva iniziato a dirsi che la sua vita era dura per colpa degli altri, che ciò che si era conquistata (e lo aveva fatto da sola) era il meglio che si potesse avere e che non esisteva nessuna migliore di lei.

Forse fu per questo che tutto avvenne senza che nessuno se ne rendesse veramente conto, forse fu perché certe cose la gente non vuole davvero vederle.

:-Cos'è successo di preciso?- le chiese il poliziotto attendendo l'arrivo della psichiatra come era previsto dal regolamento, la donna gli rispose con un attimo di ritardo di troppo, lo sguardo perso a fissare dettagli insignificanti sul calendario alle sue spalle
:-E' stata tutta colpa mia, mi sono di certo meritata tutto questo-
l'agente Nicoli si strofinò il mento con il palmo della mano accingendosi ad ascoltare; la lunga esperienza gli aveva insegnato che esistono due tipi di persone: quelle tubetto di dentifricio che, quasi si vergognassero, dovevano essere invogliate ad esporre i fatti e quelle a tappo di lavandino che una volta avviate non si fermavano più fino a che non avevano svuotato, spesso in modo disordinato, il sacco dei ricordi. La donna che si torceva nervosamente le mani dinnanzi a lui tremando come una foglia apparteneva alla seconda categoria,  il poliziotto lo capì, guardò l'orologio e si consolò riflettendo sul fatto che in quell'afoso pomeriggio estivo non c'era poi molto lavoro da sbrigare e questo lo avrebbe aiutato a far passare il turno.
:-Mi dica, mi racconti tutto dal principio- la incoraggiò quindi mentre con la matita picchiettava minuscoli puntini sul block notes
:-Come le dicevo, è stata tutta colpa mia, ma io non volevo sa, non volevo proprio farlo arrabbiare, credo che sia perché ho insistito per andarlo a trovare, per poter stare con lui, sa? Viviamo in un mondo malato e chi è buono spesso non ha quel che si merita, mentre chi se ne frega di tutto e tutti e si preoccupa solo dei fatti suoi ha tutto, prenda il mio ex, per esempio, io vivo solo per i miei figli sa... io non lo so, ma sono una buona madre, di quelle come non ce ne sono più, come una volta, che vivono solo per i figli, non me ne vergogno sa, di non lavorare...
:-Signora, la prego, vada con ordine e racconti i fatti, solo i fatti, va bene?-
:-Certo agente, le dicevo che io sono una donna sola, il mio ex mi ha lasciata per una sciacquetta da niente e così mi son ritrovata sola con i miei due figli, non voglio dire che il mio ex sia una persona cattiva, ma egoista sì, e molto. Così mi ha lasciato con questi due bambini e 1.200 euro di mantenimento mensile, ma capirà, è dura, devo pagarmi l'affitto le bollette e poi mangiare e vestrimi e i soldi non bastano mai. Io sono casalinga, o come preferisco dire io "mamma a tempo pieno" e i miei figli lo sanno e di certo mi amano molto per questo, stravedono anche per il padre, ma mi vogliono un gran bene e io sono contenta che amino anche il padre, però sarebbe più giusto che amassero me, non crede? Giusto, perché sono la mamma... e insomma, non ho un lavoro ma lo sto cercando e non avevo nemmeno un compagno, ma quello poi l'ho trovato. Un calciatore, sa? Era già promettente da ragazzino quando eravamo vicini di casa, oggi poi, è proprio bravo! Gioca nel Genoa, come riserva, certo, ma vuol mettere la soddisfazione? C'è gente che ci prova per tutta la vita senza riuscirci e lui invece ce l'ha fatta! Le dicevo, mi sono trovata questo nuovo compagno, un gran brav'uomo, almeno sino ad oggi, poi però è successo il fattaccio, cioè, non è la prima volta in realtà, ma come le dicevo penso che me lo sono meritata. Era tanto che non ci vedevamo, lui era sempre impegnato le volte che il mio ex veniva a prendere i bambini e poi lui era in ritiro e allora gli ho detto che volevo vederlo e lui ha detto che non poteva, allora gli ho detto che sarei andata io da lui a Verbania, dove c'era il ritiro. Lei lo sa dov'è Verbania? E' molto bella e molto romantica, volevo un po' di tempo con lui, ma lui mi ha detto di no, che doveva stare tutto il tempo con la squadra. Io sono andata lo stesso, ho prenotato una doppia in un albergo stupendo, in riva al lago, ero così eccitata all'idea di trascorrere un po' di tempo col mio uomo! Ma lui si è arrabbiato. Si è arrabbiato molto. Ma vede... è colpa mia!-
La donna si coprì gli occhi gemendo in modo penoso, l'agente provò a confortarla posandole una mano sulla spalla, ma spasmi di dolore la scossero tutta, poi ricomponendosi e asciugandosi il volto fra un gemito e l'altro lei riprese
:-E' stata colpa mia, dovevo capirlo che la squadra viene prima di tutto, invece no, non l'ho ascoltato e lui mi ha punita, ma ha fatto bene, sa? Solo che poi ho pensato ai miei bambini e ho avuto paura per loro, perché io posso anche tollerarli i pugni e le cinghiate, ma loro no... quando mi picchia usa la cintura dal lato della fibbia, è per qeusto che mi ha lasciato questa cicatrice qui sull'occhio... si vede o c'è il sangue sopra?-
chiese mostrando agli occhi pieni di compassione del poliziotto la tempia destra, ma non attese risposta e continuò
:-Mi picchia ormai da mesi, questa sera mi ha anche sfregiato il viso col coltello e io non lo posso più tollerare... lo sa che dopo avermi ridotta così mi ha anche sbattuta fuori dalla sua camera? Lo sa?-
:-La sua camera?-, chiese il poliziotto, -ma i fatti non si erano svolti nella matrimoniale che lei aveva prenotato?-
:-No agente, perché lui non era venuto e così io sono andata da lui e l'ho trovato a cena con quella donna...-
:-A cena in camera?-
:-No, al ristorante e allora l'ho aspettato davanti alla porta della sua camera e lui è arrivato con la donna ed è successo li tutto quanto!-
:-Benissimo-, disse il poliziotto, -allora abbiamo una testimone-
Proprio in quel momento Francesca. la psichiatra del dipartimento, entrò in ufficio bussando delicatamente a lato della porta aperta, era bassa, minuta e nelle mani reggeva una tazza di caffé del bar di fronte, il poliziotto la salutò con educazione facendole cennò di accomodarsi, lei ricambiò il saluto con educazione e disse
:-Agente Nicoli forse è meglio se lei si beve questo caffé scrivendo una bella deposizione mentre io vado di là con la signora a parlare, credo sia meglio risolvere certe faccende fra donne, non crede?-
Aveva una voce pacata e rassicurante e il poliziotto fu felice che fosse arrivata una persona più competente di lui per gestire la situazione, per cui annuì e lasciò che le donne si allontanassero.
Guardò Veronica muoversi zoppicando mentre teneva le scarpe in mano, le sue spalle magrissime che sussultavano, prese il foglio del block notes dove aveva preso qualche appunto distratto, lo strappò, lo appallottolò e lo gettò verso il cestino centrandolo con perizia
:-Cosa voleva quella?- chiese l'agente Monica affacciandosi nel suo studio rumorosa e vivace come sempre
:-Voleva sporgere una denuncia per percosse- rispose Nicoli lieto della presenza della collega
:-Ma se non aveva un graffio!
:-Già, ma era persino convinta di essere stata sfregiata- replicò lui chiudendo la discussione.

Veronica era abilissima a travisare la realtà e a riraccontarla mettendo l'accento su ciò che più le conveniva. Era da quando era bambina che lo faceva e lo faceva così bene che a un certo punto della sua esistenza si era persino persuasa che sarebbe bastato raccontarsi determinate favole con abbastanza convinzione per vederle diventare vere, noi non vediamo le cicatrici sul suo volto, ma lei, ogni volta che si specchia sì e non trascorre notte senza che si alzi urlando al ricordo delle violenze subite.
Per quel che si poté constatare la donna non aveva avuto nessuna relazione degna di nota con nessuno dopo che il marito l'aveva lasciata, era solo uscita a cena con un vecchio compagno d'infanzia, lo stesso che aveva iniziato ad assillare convinta di esserne la compagna, lo stesso accusato ingiustamente di violenza e percosse.

12 commenti:

  1. Gran bella storia! L'introduzione rende intrigante la trama, che rallenta un pochino nella parte centrale, grazie al racconto un po' confusionario della protagonista. Il finale stupisce, dando spunto a riflessioni interessanti.
    :))) Complimenti

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    1. Volevo sorprendere il lettore e al contempo rendere l'idea della situazione di dolore di chi è afflitto da disturbi mentali di un certo tipo che vive una realtà terribile non compreso da nessuno perché di fatto le ferite peggiori restano q1uelle psicologiche che a tutti gli effetti la protagonista ha vissuto.

      Sono lieta che ti sia piaciuto

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  2. Personaggio inquietante: il disturbo mentale, un contorsionismo malaticcio che ti mette davvero a disagio, è reso piuttosto bene.

    Ciao! :)

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  3. A me ha fatto male leggerlo, forse perché penso ancora tanto a Libra. E mi manca.

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    1. mi spiace tu stia ancora così male :-(

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    2. Il brutto della malattia mentale è che è incondivisibile.
      Curabile, e nemmeno questo, talvolta.
      Quello che fa più male è l'impotenza ed il senso di inadeguatezza di fronte a tanta devastazione mentale.
      Poi finisce tutto, un giorno. Ma tu non smetti di farti dozzine di domande.

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    3. Purtroppo è un'esperienza che solo chi patisce comprende, hai proprio ragione, gli altri possono solo cercare di stare vicino a chi ne soffre e anche per loro è un Calvario, ma di certo lo è in modo diverso

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  4. Mi affascina questo assunto secondo il quale se una cosa viene vista (o creduta di vedere), anche da uno solo, esiste. E al contrario (ho sbirciato i vecchi post) se una cosa accade veramente, ma nessuno la vede, non esiste.
    Comincio ora a conoscerti, alla prossima.

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    1. ha sempre affascinato anche me e per certi versi la trovo incredibilmente vero.
      Alla prossima e buonanotte

      P.S.
      anch'io un po' alla volta sto iniziando a conoscerti :-)

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  5. Risposte
    1. grazie mille, detto da te che scrivi così bene è davvero un bel complimento

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