martedì 29 maggio 2012

Fantasia

La fantasia è un fuoco. Non tutti possono giocarci.
E' proprio così, perché la fantasia brucia quando la si adopera a ruota libera e fa male, fa tanto male.
Non l'avevo mai capito io che senza sforzo è da quando sono nata che vivo in un mondo dove il fantastico ha preso prepotentemente il sopravvento, dopo anni e anni di esercizio so perfettamente quando qualcosa è frutto della mia fantasia e quando no, so quando penso a qualcosa perché mi piacerebbe che fosse così e quando la penso perché è così, ovvio che dovesse esserlo per tutti.
Invece no, paradossalmente la dimestichezza all'uso della fantasia si perde con gli anni, la realtà si fonde con la fantasia e ci si convince delle peggiori cose in nome della fantasia. Un po' come la capacità di digerire il latte che molti adulti conservano e molti perdono, insomma: la fantasia funziona al contrario dei fiammiferi! Mentre i bambini che giocano coi fiammiferi rischiano di bruciarsi e gli adulti invece sanno come fare, con la fantasia sono i bambini i veri esperti e loro non si bruciano mai (o quasi), purtroppo altrettanto non si può dire per la maggiorparte della popolazione "matura".

venerdì 18 maggio 2012

Post fantasma


Post fantasma che si autodistruggerà fra un periodo limitato di tempo.

Oggi vi racconterò un fatto in forma di fiaba.

C'era una volta una donna che diceva di essere una grande cuoca, raccontava a tutti che come cucinava lei era una favola e che le sue pietanze erano deliziose e anche se non tutti erano concordi lei non si demoralizzava e continuava imperterrita a raccontare a chiunque come fosse abile a preparare questo o quell'altro piatto. Ma siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi un giorno avvenne un fatto spiacevole, ma andiamo con calma, fatevi raccontare tutto con un po' di ordine.

Avvenne, in un tempo non troppo remoto che un capitano della costa crociera (non so la nave, ma ho dei sospetti) approfittando di una sosta andò a tagliarsi i capelli. I parrucchieri si sa, son dei chiacchieroni e così fra una sforbiciata e una confidenza i due si misero a parlare
:-Mangerete bene in nave! E ad ogni ora! Ricordo che quando son andato in crociera ho messo su una bella pancetta!- principiò il parrucchiere
:-Eh, non mi lagno, non posso davvero lagnarmi, di quelle portate, di quelle delizie e per noi ogni tanto anche la possibilità di fare quache richiesta particolare-
:-Che meraviglia, mangerete di tutto! Un vero paradiso dei golosi!-
:-Sì, sì, di tutto, anche se...-
:-Anche se?-
:-A dirla tutta c'è una cosa che nessuno è mai stato in grado di prepararmi una buona pastiera, sa, io son di napoli e mi manca poter mangiare una buona pastiera, ma anche ricetta alla mano pare che i cuochi non riescano a prepararmela come dico io!-
Immediatamente al parrucchiere venne spontaneo andar con la mente a un'altra confidenza, di una sua cliente, napoletana, che gli aveva spesso aprlato di come la sua pastiera facesse leccare le dita a tutti e per compiacere il ricco cliente disse
:-E dov'è il problema? Servo una cliente napoletana bavissima a cucinare che mi racconta che fa una pastiera da favola, le chiederò di preparavela e ve la farò avere!-
:-Davvero? Ve ne sarei grato!-
L'avrete capito anche voi, la cliente altri non era che la donna che amava vantare le sue abilità culinarie e come il parrucchiere le disse della promessa lei accettò di preparare la torta.
Come fece non lo so, la pastiera è un dolce Pasquale e quello non era il periodo giusto, quindi trovare gli ingredienti non deve essere stata una passeggiata, ma so che in casa aveva grano cotto scaduto e che entro sera al capitano venne fatto avere l'agognato dolce.
Io non so chi fosse quel capitano, ma Schettino è napoletano e due settimane dopo la Concordia affondava... che si fosse trattato di un malore? Chi ha mangiato alla mensa della donna vanitosa afferma che potrebbe essere, io non ho ancora avuto il "piacere" e credo che mai l'avrò, ma forse una nuova luce potrebbe essere gettata sul tragico incidente.

Giusto per puntualizzare, il dialogo è frutto di una mia ipotetica ricostruzione, ma i fatti son veri e che il riso fosse scaduto lo so di per certo per aver letto la data sui barattoli.

lunedì 14 maggio 2012

Varie ed eventuali su di me

Se vuoi sapere qualcosa da me chiedimelo, farai prima ed eviterai la figuraccia di fatti sorprendere a fare l'investigatore privato, perché tanto io ti vedrò e il mio sorriso ti sarà insopportabile.

Se hai bisogno di un favore chiedimelo, se posso te lo farò, anche se ti porto rancore non vuol dire che vada a cercare vendetta.

Sono distratta, se vuoi che ti saluti fatti notare, se vuoi qualcosa dimmelo a chiare lettere, se non ti piace qualcosa che faccio o dico fammelo presente in modo inequivocabile, non esistono altre possibilità di comunicare con me: sono troppo, davvero troppo addormentata.

Sono diretta perché è così che vorrei che gli altri fossero con me.

Se hai voglia di insultare ricorda che son portata a rispondere e generalmente NON vale la legge fisica che ad ogni azione corrisponde una rezione uguale e contraria, io non sono molto brava a misurare.

Tendo a dare molto, tendo a pretendere molto, è per questo che relazionarsi con me è difficile.

Ho un carattere complicato.

E mi piace.


venerdì 11 maggio 2012

Un'amica scomoda

Una buona amica deve essere per definizione scomoda perché deve dirti in faccia la realtà.
Io sono felice di avere amici scomodi

giovedì 10 maggio 2012

Varie ed eventuali sulla felicità

  1. Non ricordo dove l'ho letto, ma so che quando pieghiamo le nostre articolazioni iniziamo ad azionare un meccanismo che dopo circa una ventina di minuti di movimento libera endorfine (gli ormoni della felicità.
    Sarà per questo che camminare mette tanto di buonumore? Sarà per questo che stamane ero depressa e dopo tre ore in monopattino mi sento rinata?
    Non lo so, ma muoversi è bello, soprattutto se lo si fa in un bel parco :-)
  2. Io non so cosa spinga la gente a prendersi in giro raccontandosi frottole, ma quando provo a dirmi che sono felice anche se non è vero mi faccio sempre del male. C'è poco da fare: il dolore va affrontato e accettato, solo attraversandolo lo si supera, è dura e nessuno ha il diritto di spingerci verso il dolore, ma noi dovremmo autonomamente scegliere di non ignorarlo o rischiamo di svegliarci nel cuore della notte sommersi di dubbi e paure.
  3. Rispetto. Solo nel rispetto proprio e altrui ci può essere felicità.
  4. Devo imparare a conoscermi giorno dopo giorno, devo imparare ad ascoltarmi, devo imparare a dirmi chiaramente cosa e perché mi fa star bene e mi fa star male in modo autentico

mercoledì 9 maggio 2012

Arrabbiarsi

Io sono una grande esperta in arrabbiature, mi arrabbio tanto e in modo furioso, pensate che persino gli dei si ispirano a me per manifestare rabbia: pioggia di lapilli e persone trasformate in statue di sale? Bazzecole di fronte alla furia distruttrice che mi prese quando cercarono di tagliarmi fuori dalla compagnia!
Chiarito questo punto e in qualità di esperta mi permetto di dare alcuni consigli sulle arrabbiature:
  1. Mai permettere a un'arrabbiatura di farvi venire la gastrite, piuttosto andate a prendere a manganellate l'auto del vicino che non ha disinserito l'allarme e suona da tre giorni e tre notti ininterrottamente, ma non urlate a vuoto: la rabbia deve avere un giusto, soddisfacente scopo o non ha senso!
    L'arrabbiatura è come il fuoco, serve se dovete scaldarvi o cucinare, diventa inutilmente pericolosa se non avete come usarla perché può appiccarsi ale tende dell'anima e distruggere tutto.
  2. Mai permettere a un'arrabbiatura di gonfiarsi dentro di voi fino ad esplodere, fatela sfogare man mano che si presenta, questo comporta il grosso vantaggio di poterla controllare e di non saltar contro a qualcuno per un nonnulla. Non c'è nulla di peggi che ingoiare un rospo dopo l'altro sino a quando siamo così tesi e nervosi da aggredire verbalmente (e magari non solo) chi abbiamo di fronte anche se non ha fatto nulla di male. Avete presente? Dopo una settimana di vessazioni il collega ci urta e ci macchia i jeans con il caffé, al che si scusa, si prostra, ci offre un caffé per blandirci, ma ormai si è così pieni d'ira per altre cose ben più gravi che lo aggrediamo come se ci avesse ammazzato il cane davanti agli occhi. Ecco: questo non va bene, era molto meglio dire allo stronzo del piano di sopra cosa pensavamo della sua gestione del nostro lavoro coi clienti, così passavamo per persone con le palle che si fanno rispettare e non per pazzi schizzofrenici.
  3. Mantenere sempre almeno un livello basico di lucidità: l'ira tende a prendere il predominio, se l'ira prende il controllo della situazione è la fine perché la bastarda si alimenta da sé e in un lampo avrete fatto o detto una quantità tale di cazzate che una vita intera non basterebbe a riappianare.
Almeno questo è ciò che anch'io tendo a fare... e quando sento che sto per esplodere e non ce la faccio proprio più mi chiudo in bagno e urlo sottovoce fino a perdere il fiato, tiro dolcissimi pugnetti all'aria e immagino di prendere a calci l'oggetto della mia ira sino a quando non sento che mi è passata almeno un po' ;-)

Assenza

cari amici, care amiche,
scusatemi per la mia assenza, ogni tanto la vita non virtuale reclama e diventa difficile seguirvi come vorrei, un abbraccio a tutti e ora corro a preparare un bel post :-)